Come per molte branche della medicina, anche nell’implantologia il futuro è rappresentato dalle biotecnologie, il cui impiego nella pratica clinica è già una realtà.
Esempi della possibilità di rigenerare nuovo tessuto osseo nella sede anatomica desiderata senza ricorso a prelievi ossei ed innesti.
Le tecniche della ingegneria tissutale prevedono la rigenerazione “in vivo” cioè direttamente sul paziente, oppure la costruzione “in vitro” di un tessuto che verrà impiantato sul paziente in un secondo tempo.
Nel primo caso possono venire utilizzati specifici fattori di crescita ricombinanti come le BMP (proteine morfogenetiche ossee).
Sono applicati localmente e inducono cellule ossee progenitrici a trasformarsi in osteoblasti, cellule specializzate nel produrre nuovo osso.
Nel caso della genesi di tessuto in laboratorio, è necessaria la presenza di tre fattori:
1. Cellule progenitrici del paziente come ad esempio staminali mesenchimali, ottenibili con un prelievo di midollo osseo, una comune procedura ambulatoriale
2. Fattori di crescita osteoinduttivi
3. Una impalcatura che dia sostegno al tessuto in fase di crescita, costituita da un materiale biocompatibile.
La crescita avviene in un cosiddetto “bioreattore” all’interno del quale vengono ricreate le condizioni ideali (temperatura, umidità, ossigeno, pH, sostanze nutrienti) per la crescita del tessuto.
Il tessuto osseo generato viene quindi impiantato nel paziente con un minimo disagio, colmando il difetto osseo e consentendo di ottenere un volume osseo adeguato per realizzare il trattamento implantare.
Si può ipotizzare che nei prossimi anni vi sarà un maggiore utilizzo delle tecnologie biomolecolari nella terapia rigenerativa in implantologia ed altre branche dell’odontoiatria.